domenica 29 novembre 2015

Progresso ladro

Mi ero ripromesso di prendermi mezzora per scrivere qualcosa che è lì da tempo e invece... ho scoperto che la nuova  veste di Libero mi ha inviato una mail importante al vicinato senza ... testo, quasi un'ora di lavoro di ieri persa. Si ritorna sempre alla cialtronogia, fai una web mail piu' pesante, piu' complicata e che non funziona neppure a spingerla. E' tutto il giorno che sgobbo e dover riscrivere quel testo mi ha provocato dei moti di odio, di ira.  Questo "progresso" regressivo ladro del mio tempo, della mia vita, mi ha rubato la mia mezzora per il diario. Qualcuno poi mi chieda perché io sono un antimodernista feroce contro il "progresso senza se e senza ma".
Buonanotte

sabato 28 novembre 2015

Mutande chiazzate

Settimana intensa e alla fine con forti tensioni al lavoro.
Sono finito su un progetto a trovarmi a fianco un brillante sregolato incurante. Direi un precox che sparge la sua roba non di rado fallace, sbagliata e che ha scambiato disponibilità e collaborazione con altro. Se dovessi trovare una immagine efficace: lascio in giro le mie mutande chiazzate di cacca... se non ti piacciono spostale.
Giovedì avevamo una demo, qualche minuto prima apro una cosa sulla quale mi aveva chiesto un aiuto, patatrac, si schianta. Allora, cazzo vai avanti su altre robe quando hai 'sti problemi?
Gli avevo già detto che non ero d'accordo sulla disorganizzazione di compiti e attività specificando anche su quale punto critico. Giovedì e venerdì mattina ha continuato come se non gli avessi detto nulla. Venerdì pomeriggio allora ho affrontato la questione: riusciamo a trovare un accordo sul metodo di lavoro?
No. Rivolgiti alla capa.

Allora qui c'è un problema di rapporti e dignità umana prima che di tutto il resto.
Se non fosse che il progetto è critico per l'azienda, io dovrei arrivare alla educazione diretta, che sarebbe una lotta continua. Gli esiti? Pessimi per il progetto.
Io conosco questi persone che potrei indicare come realizzatori precoci: buttano fuori della roba che appare come funzionante in cui all'interno c'è il contenuto del vaso di Pandora.
Il fatto che il tale sia un consulente esterno è parte del problema: viene, fa della roba, va, il resto sono cazzi di chi rimarrà. Dopodomani crolla tutto? Boh, non mi riguarda. La liquidità appariscente che caratterizza la contemporaneità caratterizza non poco anche questo progetto, il contesto, i criteri. Poi ci sono i probemi personali, l'ego, la politica del fatto compiuto, disordine e sciatteria,  l'ansia da prestazione e la frenesia del fare della roba.
Lunedì mattina ho organizzato una riunione a tre: potrrà essere pesante ma certi problemi è necessario affrontarli prima possibile. Questa orribile tensione ha lati positivi, io vivo anche di adrenalina e quando arrivo ad un certo punto mi piace lo scontro. Certamente il progetto non ne giova.



mercoledì 25 novembre 2015

Pochi gradi

Osservavo le volte ottocentesche nel rosa dei loro vecchi mattoni fatti a mano.
Poi lo strano e inconsueto misto di modernariato, bici, cortine jazz, pubblico curioso, biciclisti,  mattonelle in clinker in quell'angolo, poltrone in copertoni riciclati e altri oggetti tra arte e recupero di materiali.
Quella ghenga, la stessa che anima anche la milonga di Flora, era riuscita ancora una volta a compiere l'arcano, a dare un'estetica paradossale e inebbriante al luogo dell'arte relazionale, degli abbracci danzati e camminati. Anche alcuni milongheri avevano abbigliamento e calzature inusuali, trasgressive rispetto ai canoni (codigos) usuali, così è spesso per le "illegali". I gradi sul termometro meno del solito, per una volta non si suda, bello anche per quello.

Ne parlavo con _ara: quali infinite, sottili e potenti capacità ha il corpo. E' come in ghiacciaio o in vedretta, quando la nebbia-nuvole basse fondono il bianco sopra con quello sopra. Quel lato del rettangolo in cui ballavamo aveva una leggera pendenza a sinistra. Dopo un paio d'ore mi ero accorto di essere... ecco come se fossi ubriaco, sotto attacco di saturnismo. Anche lei era un po' ebbra di quei piani sghembi, pochi gradi. Il corpo cinestesico  preciso era scombussolato da quei tre o quattro gradi. Assi un po' pisani, alcuni millimetri tra un piede e l'altro e ci si ubriaca.

Che luogo fico!
Tutto in gratuità, almeno questa volta.

Nonostante abbia iniziato a dimettermi dal rapporto coreutico  con _sketti (tempo suo e occasioni per ballare/praticare ridotte di fatto a eccezioni) le avevo mandato info sull'evento. Guardo se riesco ad organizzarmi...
Mentre ero in treno sul ritorno mi arriva un suo messaggio : ...  pomeriggio sesso e amore per me! ...
Che birbina la signora coi suoi accenni apparentemente a pochi gradi.
Lussuria da una parte, arte dall'altra.


martedì 24 novembre 2015

Europa dalla guerra

Nel lavoro frenetico faccio una pausa di qualche secondo e sbircio le notizie. Si continua a precipitare verso la realtà.
L'altro giorno pensavo ai francesi che mandano una portaerei a bombardare di più in Siria quando hanno milioni di combattenti e potenziali combattenti islamici in casa. Idioti con la follia ideologica illuminista e con armi potenti. Dovrebbero rastrellare ed espellere milioni di nemici annidati nelle loro basi in Francia (banlieue / enclavi islamiche), in Europa, non prendere portaerei per far la guerra in casa d'altri. La follia illuminista, progressista, socialista-comunista-globalista supera in pervicacia ogni peggio possibile, l'oscurantismo pure.
Essersi allevati milioni di serpi islamiche in seno, le serpi "vi conquisteremo con ventri delle nostre donne" non è una demenza peggiore di quella che vede un'alleanza atlantica che ha il nemico turco dentro e l'amico russo fuori, come nemico: anticomunismo ormai fantasmatico e anti antiislamismo in pieno vigore.
L'Europa dunque divisa a beneficio degli USA sia dentro che fuori. Il conflitto di civiltà avviato in forma di guerra migratoria a bassa intensità e di esplosione demografica mondiale (islamici decuplicati in un tempo relativamente ridotto) scardina adulterate alleanze posticce oltre che la dabbenaggine di europei rincoglioniti da decenni di inquinamento politicamente corretto cattocomunista e di servilismo dai centromaldestri filo statunitensi . Il Divide et Impera degli USA contro l'Europa e il resto del mondo, procede e produce i suoi effetti: ambiguità USA e turca sempre più assordanti.

Non c'è dubbio che se ci sarà da combattere, prenderò le armi contro gli islamici a fianco di europei russi, non certo il viceversa, il fatto che i turchi abbiano appiccicata un'etichetta alleati NATO è solo uno dei molteplici casi di lenticchie fagiolate per legge frodi per le quali  i collaborazionisti si sdilinquiscono. Il miscuglione esplosivo multietnico e multireligioso intranazionale e internazionale produce i suoi effetti. Ci desteremo dall'obnubilamento, dal plagio?

Islamici nelle città, islamici nelle alleanze. Siamo proprio degli idioti e ci meritiamo ciò che sta arrivando. Forse sì il tempo per una nuova Europa, che trovi un'identità comune come alla sua origine. Questa finzione, questo inquinamento ideologico, sociale non potevano certo continuare ad aggravarsi e crescere senza limite. Per la prima volta sento, l'atmosfera carica, pesante che precede una nuova guerra mondiale.

lunedì 23 novembre 2015

Blu giallo bianco



Blu del cielo terso.
Giallo e ambra del fogliame ancora sui rami, sui versanti al sole. Anche il sole, così basso, ora è paglierino.Il bianco di neve (un dito a casa un palmo più su) e brina. Non potrei stare senza l'alternarsi delle stagioni e la bellezza che ciò porta seco.
Amo focolare e casa e ieri ho lavorato per essa tutto il giorno. Avevo scritto agli scarpinatori dei grupp(ett)i che questo fine settimana l'uscita sarebbe saltata per mancanza di tempo.
Uscivo in loggetta, vedevo lo spettacolo blu giallo bianco e per un attimo mi sono detto che ci eravamo persi una grande bellezza.
Mi sono sempre chiesto perché mi piacesse la bandiera svedese.
Sono rientrato, ho chiuso la portafinestra e sono tornato, con letizia, felice ai miei lavori. Ero talmente lanciato che alle quattro ho fatto fatica a smettere per prepararmi per la "illegal" che mi attendeva.

domenica 22 novembre 2015

Pietra merdosofale

Sono in treno verso la città, dopo molto tempo torno a ballare la domenica pomeriggio. Sì tratta di una milonga "illegal" gratuita organizzata senza la pesante burocrazia imposta dai parassiti SIAE (vorrei capire che cazzo ci sia da pagare per brani che hanno da sessanta a novant'anni).
Non posso non osservare che il miglior tango della provincia è quello organizzato da alcune ghenghe tanghere che lo fanno per passione, non per far soldi. La cosa paradossale è che hanno molto spesso il costo di non pochi eventi è proporzionale alla mediocrità dei convenuti. Avevo già riportato che appena la parola crisi è diminuita di frequenza alcune milonga hanno aumentato i prezzi: in due o tre anni aumenti del 40/50%. Follia ingorda, per me se chiudono è solo meglio.
Anche il mondo milonghero non è affatto esente dall'affarismo del mondo e dal fatto che la smania di denaro rende di plastica, finto, kitsch, scadente e brutto ciò che tocca. Il denaro è una pietra merdosofale efficace.
La passione non ha prezzo.

sabato 21 novembre 2015

Eccessi? Sì grazie

Ero seduto, a termine lezione, con la mia partner di studi sulle sedie a margine della sala. Mi parlava e mi giungevano, da lontano, le sue parole. Avevo promesso a _ara di andare con lei in milonga ma tutto il corpo, o più precisamente, la testa, arroventata, intossicata, da una giornata di lavoro stakanovista, mi diceva che l'unico obiettivo possibile era tornare a casa prima possibile. Ieri ho lavorato con attenzione e tensione undici ore e mezzo nette, oltre a una mezzoretta per la pausa pranzo: dodici ore di cui undici e mezza spasmodiche. Come amante degli eccessi, non mi è dispiaciuto: sento adrenalina che gira e questo è, per me, un motore da 900cv Lamborghini o Maserati dentro con la sua musica. Il progetto - che deve essere pronto per l'altro ieri, vero!? - è il dispositivo di questa sfida e di passione e voluttà. Siamo in due a lavorare. Il collega - in realtà un lavoratore interinale – si dice così? – è il mio esplementare. Siamo opposti in quasi tutto. Egli lavora per l'immediato, io lavoro per ciò che sarà nel tempo, egli è veloce e sregolato, io sono lento e ingegneristico, egli è filosoficamente distaccato, io sono appassionato e critico. Un tempo mi sarebbe venuta la bile a vedere certo disordine e sciatteria; ora osservo la velocità e la capacità esplorativa. In realtà, per un progetto che iniziate e ce lo preparate per l'altro ieri, sarebbe la persona ideale: realizzare una soluzione più velocemente possibile che appaia.
In auto mentre quasi come un automa, viaggiavo tra colline e boschi e prati verso casa, pensavo che è stato così anche nel sesso, essere eccessivo: sono passato dai banchetti lussuriosi e barocchi, creativo con A-Woman al nulla, dalla lussuria settimanale al nulla, dalle orge alla mastubazione sporadica, dall'esplorare ogni possibile arte di senso e piacere ad uno sbiadito ricordo di passione femminile all'insofferenza per il blablabla, i fiumi di parole delle venusiane, dal puntare vulve che si dischiudono bagnate, ad ani ingordi e capezzoli eretti desiderosi di essere tormentati ai soli abbracci in milonga, al starmene per mezzore, come oggi, davanti al fuoco. O tutto o niente.

Alle scariche di adrenalina hanno contribuito anche l'osservare come i fanatici razzisti sìglobal, panmixisti, dopo qualche ora di silenzio (qui e qui alcune osservazioni sul problema), abbiano iniziato subito a far funzionare la macchina del plagio, la catechesi per farcire le piccole menti scadenti della massa con l'inquinamento del loro oppio per popoli. Nel coordinamento dei GAS è stata proposta una riflessione sui fatti di Parigi e ancora una volta ho osservato un acritico ripetersi di litanie dogmatiche con il solito miscuglione di molteplici peggio. Sono intervenuto in maniera netta. Non tutti sono stati ancora plagiati nella formazione suggerita da Gramsci che da opportunità di riscatto culturale delle classi “subalterne” è diventata un fine, invasivo metodo di programmazione delle menti e onologazione al mediocre, al conformista, al moralista, al fazioso e acritico. Io non lo sono stato e un pensiero può andare solo a mio padre che mi ha sempre mostrato l'esempio di un pensiero non omologato, autonomo, critico. In un certo senso li detesto e li disprezzo e questo è eccessivo e mi dà vita.

Nell'essere esausto purtroppo solo mentalmente, nella testa pogavano analisi su possibili soluzioni per una parte del progetto e una sorta di ira, di rabbia per questi nuovi ipocriti, fanatici zeloti collaborazionisti cattocomunisti.

Sabrina Dacos mi piace anche per i suoi eccessi. Forse è meglio che faccia qualche ripasso, anche solo con il piacere della vista.


(""ickle me, pickle me, tickle me too", sabrinadacos)

mercoledì 18 novembre 2015

Primo bacio



Così sabato notte UnBipedinone è uscito con la sua amica nonché compagna di classe (è da tempo che si frequentano, dentro e fuori la scuola a tennis, a ballare, anche quella volta, per l'abbonamento) . Prima pizza e poi cinema.
Quando sono arrivato a prenderlo con qualche minuto di ritardo (sono rimasto bloccato ad un incrocio con semaforo nel quale un'autopompa dei vigili del fuoco in emergenza ha tamponato una Panda che passando col verde non le ha dato precedenza, magari un(a) koglion* che ascoltava musica a palla o con le cuffie(tte) sulle orecchie visto il fracasso che facevano quelle sirene oppure un qualche medico cialtrone che non ha rilevato la sordità del(la) patentat*) erano le una e venti ed era raggiante.
Il primo bacio.
A me successe in una disco che si chiamava Palace Discover in quel tempo aperto in una città lombarda, in una festa di compleanno organizzata in quel locale con Licia, la festeggiata. Penso che avessi proprio quell'età, forse un anno in più. E ricordo tutta la fantasmagorica miscela di emozioni, impacci, sapore di saliva, labbra morbide, pensieri, sentimenti, pulsioni che sgorgavano senza controllo. Vedo che succede anche al mio bipede.

Per pagarsi l'uscita UnBipedinone ha fatto legna con me per due ore e mezza, domenica. Mia madre dice che avergli dato 20€ per quel lavoro è troppo.
Insomma, anche il tempo delle mele dovrebbe essere... sostenibile.

martedì 17 novembre 2015

Val di Mello - 2

(Val di Mello - 1)

Ecco le foto della seconda giornata. Decidemmo di salire in val di Zocca, valletta laterale destra della Val di Mello. Inizialmente pensavamo che il sottogruppo dei "duri e puri" arrivassero fino al rifugio Allievi - Bonaccossa e poi al passo di Zocca (avrei desiderato entrare un passo in Svizzera e vedermi il panorama della vedretta a nord). Insomma, un po' di parte tardi, un po' di pause fotografiche, un po' le gambe con allenamento da ufficio, arrivammo solo a quel catino splendido coronato da una incredibile serie di piramidi granitiche.
Avrei voluto raccontare qualcosa di folclore (gruppo, rifiugista, etc.), scriverò qualcosa nella terza puntata. Parola alle foto, che dicono molto di più.

Mattina presto in una valle a U (glaciale)



Tra gli artefici della bellezza della val di Mello pareti, spigoli, diedri e cuspidi di granito.

I versanti sono pareti di granodioriti e serizzo alte fino a 800 metri.

All'uscita della pecceta oscura che ha reso bosco i pascoli di una casera, ecco i larici d'autunno.

Rododendro, ginepro, larici, pecci.



Macrofoto informativa sulle vette che coronano la val di Zocca.





Abbiamo messo i piedi e le gambe in quel... ghiaccio fuso. 'azzzzzz!


Inizia il ritorno, ci voltiamo indietro...


Qui e nella foto xyz la piramide granitica, con lariceto sul versante occidentale, della cima Temola, a lato della val Romilla.. Mi affascinava quella piramide aspra e solitaria.



Ci sono sentieri che pensi di camminare in una fiaba.



Squarcio nella pecceta.


Ancora il fascino dei giardini di granito, nel granito e la piramide di cima Temola.


lunedì 16 novembre 2015

Successo, fallimento, erba voglio

Alle tre di sabato, mentre tornavo dalla serata di milonga, pensavo alla incredibile doccia scozzese che avevo vissuto, che vivo da un po' di tempo. Da una parte l'ego ebbro di bollicine e scintille per l'aver ballato bene, ancora una volta un po' meglio e il sentirsi desiderato e ricercato (in tangheria) e il piacere travolgente di qualcosa che piano piano inizia ad avvicinarsi ad un qualcosa di decentemente artistico, anche se ancora in principio o poco più. Dall'altro i morsi silenziosi di ciò che sembra un inarrestabile allontanamento dal mondo femminile, per quanto riguarda il sesso, il relazionarsi. Devo dire che è un po' di tempo che non chiedo più numeri cellulari, come se le “imprese” seduttive recenti, senza “pietanza” senza compimento mi avessero stancato, demotivato. Osservavo, stranito, quasi incredulo, i risultati opposti ed estremi: successo e fallimento. La sublimazione dà qui il meglio e il peggio di sé.

Avevo mandato un messaggio in principio di settimana a _sketti – da settembre studio con lei – in settimana sulla possibilità di ballare insieme. Il fine settimana scorso ero via io, questo non può lei. Vabbè qualche buco può capitare. Mi ha risposto sabato che ha novità in famiglia e in lavoro...il tempo per il tango le si è ristretto.
Mmh.
Spero siano buone novità – le scrivo – e spero anche che balleremo insieme ancora, altrimenti lo studio diventa sterile. Mi aveva risposto piccata che allora si ritira per non farmi tempo e creare sterilità etc. Le ho scritto che ne parleremo oggi.
_sketti è in gamba nello studiare, studio bene con lei ma... è ovvio che non possa studiare (a questo livello) con una con cui poi possa ballare raramente. Chi potrebbe pensare si mettere su un gruppo rock o jazz, ad esempio, provare insieme e mai suonare? Le relazioni, per quanto limitate ad un aspetto artistico, hanno dinamiche simili a quelle erotiche. Ci sono gli ego, il potere, gli interessi personali, il tentativo di usare il partner. Ancora, non do un giudizio morale: usare il partner è in quel Do ut des! che io ritengo assolutamente sano, fisiologico, ecologico. Basta che sia onesto, che non lo si voglia mascherare e ricoprire di altro e avere intenzioni chiare.
Certo non ho potuto non avere il sospetto che _sketti, abituata al successo e al tenore della buona borghesia, abbia voluto un buon ballerino a disposizione per il suo studio e che ora sia contrariata dal fatto che... col ballerino sia necessario anche... praticare, oltre che studiare. L'erba voglio, già.
Lascio perdere subito queste elucubrazioni: diventano velocemente delle grosse matasse aggrovigliate. Voglio rimanere sull'oggettivo. Io voglio una partner di studi con cui praticare, diciamo, una volta alla settimana: è possibile” Sì? No?
Per me lo studio è diventato – con i pro e contro, v. considerazioni iniziali – importante.
Erba voglio? No, erba che cresce con zappa e vanga.

sabato 14 novembre 2015

Dementi suonati

  • L'idea astratta di una buonista e strampalata "convivenza multiroba" è una orribile distopia, il processo violento in corso da anni inizia a manifestare, più esplicitamente, la sua natura.
    Ho sempre scritto che le migrazioni di massa sono storicamente note per essere tra le forme più violente di conflitti.
    o - UnUomoInCammino

Una partecipante al giro del fine settimana scorso (di origine atesina, sinistra, con la quale sulla questione in passato non avevo certo usato eufemismi o giri di parole) ieri mattina mi messaggia qualcosa come un “Attenzione, islamisti a Merano”. Al ché ho risposto “La sottomissione da parte del merdame islamico prosegue col sostegno di cattolici e sinistri 'accoglienza senza se e senza ma'”. Stamani intravedo, nella lista dei diari, una nuova pagina, vado a curiosare e …
Ora, se fossimo a teatro scriverei :- yaawn, che solfa, sapevo tutto, avevo già scritto, che noja che barba, solo degli imbecilli potrebbero stupirsi...
L'altroieri scrivevo di R. e della sua apologia delle frontiere non-sigillate frontiere colabrodo esistenti solo a tener lontani gli onesti e pacifici e mentre scrivo - avevo aperto il Fattoquotidiano – cosa appare sotto a destra? (v. immagine sotto) R.che dice una roba, una di quelle affermazioni dogmatiche, metafisiche, acritiche, avulse dalla realtà che i fautori cattocomunisti della polveriera multietnica, delle accoglienze fatte colle vite degli altri, predicano dai centri sociali, dalle chiese, da Il Manifesto, dagli antagonisti tanto antagonisti da essere antagonisti perfino a loro stessi. Mi viene in mente quella scena di un pugile che dopo il ko, si rialza tutto pesto e inizia ad affermare, ancora barcollante, con la poca baldanza che è riuscito a recuperare “vincerò il prossimo incontro, certamente”.

Ho più volte affermato che l'invasione in corso e la conquista in atto da parte del merdame islamico ha una valenza ecologica perché riporta e alla realtà e a quella parte della realtà che è la violenza, estromessa, in un allucinante scotòma di massa, dalla spazio (in)culturale di questa epoca tanto marcia quanto politicamente corretta. Il dolore dell'ascesso è funzionale a indurre un intervento chirurgico per salvare il dente. Questa è ecologia e tra le più semplici. Le azioni degli islamici (volutamente uso il temine generale stante la problemacità dell'islam in sé) sono ecologiche in quanto attaccano con azione diretta le fanfaluche, le stupidaggini religiose (cattoliche) e neoreligiose (marxiste) ugualiste, multietniciste, accoglientiste, sìglobaliste, filomassmigrazioniste blablablabla e altro inquinamento di cui la maggior parte della massa dei paesi europei ha riempita la crapa. E' interessante che la lezione (seconda in un anno, dopo la strage Hebdo - la frequenza aumenta!) venga applicata alla Francia culla della patologica quanto irreale insensatezza égalité, fraternité, riformulazione illuminista del dogma della fratellanza-uguaglianza ebraica e cristiana, Francia prima allevatrice di serpi in seno. Quando si va contro realtà, scienza e conoscenza il rischio di disastri e catastrofi è praticamente uno.
Preti, comunisti, Hollande, Merkel, vescovi, Bergoglio, Boldrini, Renzi, insegnanti di italiano per invasori stranieri, Lerner, dirittisti, Caritas, Del Grande, Parenzo, gli zeriincondotta e nella vita, mediatori culturali, antagonisti “abbattiamo le frontiere”, la lista di ideologhi, sostenitori e organizzatori e speculatori che brulicano e proliferano sulla preparazione della mattanza europea è innumerabilmente lunga.
Non siamo a teatro e solo ieri ribadivo che è necessario, costi quel che costi, contenere e ridurre il problema.
Ecco interi paesi, in Europa nei quali la demenza degenerativa primaria dell'apologia della società multietnica non ha limiti, iniziano a percepire che “il processo violento in corso da anni inizia a manifestare, più esplicitamente, la sua natura.”


venerdì 13 novembre 2015

Il guoco delle perle di vetro

Da quando studio tango il mio tempo libero si è notevolmente ridotto. Anche considerando questo fatto oggettivo non posso non notare che ho impiegato quindici mesi a leggere l'opera (segnalata da Franco Battaglia) che portò Hesse al Nobel. A differenza di altri lavori hessiani non mi ha mai catturato e, molto spesso, la lettura di quelle pagine saltò, avendo preferito altro.
Originalità del soggetto, la personalità disadeguante, saggia, anarcoide e nobile di Knecht, la ricorrenza di relazioni dipolari, le citazioni delle culture orientali, il senso del passare del tempo nelle persone e per le istituzioni, non mancano certo i migliori ingredienti.
Ma in questa fase della  mia vita in cui mi accorgo, ancora una volta, della colossale finzione della morale e del nefasto inquinamento che da essa deriva, ho sopportato con fatica l'asettico e artificiale luogo della Castalia e il suo sradicamento autoreferenziale, parassitaceo, moralistico dalla realtà. Sono riuscito ad appassionarmi alla narrazione solo quando Knecht sfancula l'asfissiante e ingessata Castalia e torna, libero, a vivere la realtà.

Riporto, tra i molti passaggi (qui e qui altri frammenti citati) che mi ero annotato, un passaggio etico sul potere e la sua genealogia. Hesse anarcoide di fatto aggiunge il proprio contributo alla osservazione critica dei sistemi passamerda.


Nella storia di ogni aggruppamento sociale si punta sempre sulla formazione di una nobiltà che ne è il culmine e il coronamento e, a quanto pare, lo scopo vero e proprio anche se non confessato.
L'ideale di ogni tentativo di formare una società  è una qualche forma di dominio dei migliori. Il potere [...] è sempre stato pronto a concedere protezioni e privilegi a una nobiltà nascente [...] il posto al sole e la condizione di privilegio la portarono sempre, dopo un cero livello, alla tentazione e alla corruzione.
P. 361


Insomma, il protagonista inizia a vivere quando si distacca dagli schemi morali, rassicuranti e opprimenti. Ho apprezzato le novelle in appendice a mo' di opere a corona in questo polittico letterario, ma, anche qui sono stato intollerante a "Il Confessore" e il contesto protocristiano. Miei limiti, sicuramente.

Il giuoco delle perle di vetro
Hermann Hesse
Oscar Mondadori



Tamponamento

Tornando dalla lezione-pratica di tango di ieri sera ho tamponato una cerva. Andavo piano e così il branco di due si è gettato in strada. La cerva tamponata se n'è scappata nel campo emettendo un bramitino e e io sono rimasto coll'indicatore di direzione anteriore destro rotto e una rientranza nel parafango-copriruote. 'ste ... cornute erano su una scarpata a destra ampia alcuni metri e sormontata dal muro del sagrato della chiesa. Per scappare, di fatto, si sono buttate in mezzo alla strada. L'istinto non è sempre buona cosa.

giovedì 12 novembre 2015

Frontiere colabrodo

Alla radio stamani la notizia che R., il tale di Firenze, avrebbe parlato dicendo che l'Italia è contraria alla politica delle frontiere sigillate (trad.: alcuni di noi [più uguali degli altri ma noi siamo democratici antirazzisti blablablabla] sono favorevoli alle frontiere colabrodo). Ma a nome di chi parla il politicastro mestierante del potere neppure eletto?
Il disegno fil massmigrazionista di cattolici e della sinistra emerge sempre più in tutta la sua evidenza. Essi vogliono e apologizzano l'invasione e la sostengono in tutti i modi. Cercando qualche riferimento sui quotidiani in linea sono finito dall'altra parte e leggevo, allibito, le sciocchezze de Il Giornale: dunque il problema sarebbe... colpa della Merkel. Avevo giù scritto della follia autolesionista tedesca. Ma il problema del consentire e sostenere l'invasione dell'Italia (con l'ipocrisia poi di scaricare i migranti su altri paesi) è ovviamente un problema italiano, in primis.
Il problema dell'invasione è in assoluto il più grave ed è per questo che voterei perfino un partito neonazista, se ci fosse, alle prossime politiche o comunque un qualsiasi partito che parti dall'idea che le migrazioni di massa sono un problema, il massimo, e che bisogna affrontarlo e contrastarlo il tutti i modi possibili con azioni via via più radicali, sinergiche, multifronte come hanno fatto, fanno e faranno alcuni paesi dell'Europa orientale. Certo che quando vedo Buonanno della Lega andare in parlamento e appendersi al collo un cartello con una immagine della cancelliera tedesca hitlerizzata e leggo altre idiozie demagogiche, crescitiste della Lega capisco  che dovrò usare molte mollette sul naso.


martedì 10 novembre 2015

Anche nel Regno Unito

Una partecipante al giro che arrivava dalla Toscana mi aveva chiesto se si fosse potuta fermare a casa mia, visto l'orario mattiniero della partenza prevista per sabato.
Ci conoscemmo ad una milonga solidaria, qualche volta venne a fare qualche giretto con noi. Ne ho parlato qualche volta.
Dopo averle risposto affermativamente, ovviamente, mi son posto la questione : ma poi cosa succederà? Mi ero dato anche una risposta: non ho tensioni verso di lei, nessuna idea a priori su cosa succederà o non succederà. Fine delle rimuginature/seghe mentali. E così è stato. Certamente io sono SEMPRE cordiale ed accogliente con gli amici e così è stato anche con lei: sebbene tornato molto tardi dal lavoro al termine di una settimana molto impegnativa, ho sistemato casa, preparato un po' di buona cena.
La cosa buffa è che, una volta seduti a tavola, mi fa alcune domande e poi mi chiede :- maaa, stasera, dove dormo? Ho risposto scherzosamente :- Guarda, là (indico, dalla loggetta, un posto nel prato lontano sotto casa - sotto quell'acero.

In quel tempo e anche nel giro in montagna mi chiedevo se provassi qualche tensione, qualche movimento erotico per lei. Già, osservando il solo chiedermelo mi aveva osservare anche la risposta.
Insomma, la sera si è sistemata nel mio lettone e, dopo qualche carezza, abbraccio, casto bacetto, ci siamo addormentati.
Io non posso non osservare che io sono un animale sessuale piuttosto complicato: se una non mi piace un tot, è come se fosse asessuata. E così è successo anche questa volta.
Stavo pensando: ma ora la dovrei "molestare", la dovrei arrapare, se fossi un vero maschio chiavatore senza se e senza ma. Ecco, io non sono un maschio chiavatore senza se e senza ma. Invidio - ma non so se li invidio veramente - quei maschi che infilano e infilerebbero il loro cazzo in qualsisasi (o quasi) femmina che capiti loro a tiro.

Una volta, quando venne a casa mia e ci provai, mi disse che ella si lega quando fa sesso con qualcuno e che non se la sentiva. Quella volta almeno ci provai. Anche questo ha giocato. Per una donna con cui non ho tensione erotica e sentimenti che non siano quelli di una cara amicizia, non ho la minima intenzione di accendere l'eros giocando sui sentimenti.

Devo dire che ascoltare l'istinto è stato positivo e sabato e domenica sono stati leggeri e reciprocamente indipendenti. Si è fermata anche domenica sera. Ma in quelle ore io avevo capito che _zia è eroticamente trasparente per me: non  brutta, non è bella e anche i suoi modi di fare, garbati e "morali" mi sono neutri, non mi evocano emozioni o principi di emozioni.
Insomma, abbiamo dormito insieme con qualche abbraccio e un casto bacetto anche domenica sera.
Le avevo raccontato che nel Regno Unito ci sono associazioni di "amici" che vogliono abbracci e si mettono a letto insieme, senza sesso, solo per dormire abbracciati un po'.
Anche nel Regno Unito, posso dire, ora.


lunedì 9 novembre 2015

Val di Mello - 1

Oggi anticipo solo alcune foto - poche, il furbofono ha mostrato tutti i suoi limiti come macchina fotografica e sono poche le foto decenti (6 su 54 per la prima giornata). Perché la luce di pieno autunno, che entra bassa, non è facile da catturare. Guardo queste immagini e mi chiedo se possano rendere, anche solo un poco, l'incanto di questo scrigno di granodioriti e serizzi, presenza umana di frontiera, natura ancora regina.
Poi ci sarebbe da parlare di noi dieci, prima, durante, poi e di molto ancora.








venerdì 6 novembre 2015

Camminare

  • Una passeggiata ogni giorno dovrebbe essere una regola per ognuno di noi
Camminare.
Mia nonna, suddita asburgica, Hebamme, ostetrica, camminava per ore, con ogni tempo per raggiungere masi isolati e fare la co-ma(d)re nel far venire al mondo quei piccini, che già ci entravano mettendo un piede in contesti grami. Aveva una fibra straordinariamente tenace, molta intelligenza (non è un caso), era amata dalle due comunità, trentina, di lingua italiana e todes'cia, sudtirolese.

A me piace camminare.
Poi ho scelto il tango (o esso ha scelto me) che è un camminare danzato abbracciati.

Mi infilo tra urgenze lavorative più urgenti di altre urgenze; sono un po' latitante dal diario. Penso che certi dirigenti, se camminassero un po', lavorerebbero meglio.
Me ne andrò, per un paio di giorni, in uno degli angoli più belli delle Alpi Retiche.
A camminare.

A proposito, non che questo articolo aggiunga qualcosa a quanto sapessi già.

Buon fine settimana.


giovedì 5 novembre 2015

Mancanze di lustri poi dolore




Ultimo treno, lunedì - erano passate le ventidue - salgono quattro regaz, diciamo un quattordici/sedici anni. Fare scanzonato, dinoccolato come va di moda, se dovessi farmi capire sullo stile tamarro (anche se 'sta roba viene dagli USA sempre di tamarri di tratta) "gangster rapper", risate, discorsi decisamente fatui se non scemi, due di questi immigrati di seconda generazione (uno pronuncia anche il suo cognome sudamericano).
Ad un certo punto sento che parlano della madre di uno e questi la chiama, mette in vivavoce il cellulare.
Inizia una conversazione sempre più tesa con rabbia, prediche, domande dure della madre, il figlio che risponde recalcitrante, a monosillabi, poi le dice che è in un certo luogo (a venti minuti di treno), la madre si arrabbia, chiede come il figlio avrebbe fatto a tornare "perché è sempre così che poi ti dobbiamo venire a prendere! e oggi? oggi no! ti arrangi". Il figlio si irrigidisce, inizia a punzecchiare via via più la madre per farsi ganzo cogli altri... Lei gli chiede cosa avrebbe fatto domani, come sarebbe andato a scuola.

Una conversazione tra l'assurdo e l'inquietante, empaticamente dolorosa.
Ma come è possibile che 'sto figlio sia sempre così? che sia su un treno suburbano a quell'ora della sera? che la madre gli chieda come avrebbe fatto l'indomani con la scuola? Intuivo che la madre aveva, ancora una volta, perso completamente il controllo sul figlio che la menava in giro come voleva con un guinzaglio di hybris adolescenziale sua e di debolezza, inettitudine della madre.
Grandi parole arrabbiate e ... omissione di atti, di azioni.

Ho percepito una situazione di mancanza dei genitori. Sì, sono genitori che mancano, deficiono.
Ho percepito un inizio di vita con probabilità alte di peggioramento.
Io ho avuto premonizione di molto dolore futuro. Deve essere straziante, per un genitore, osservare una vita del figlio via via più "bruciata".
Un dolore preparato in lustri di lassismo, di assenza, di compensazioni, di vizi, di mancati esempi, di mancati no.
Questo fatto non ha avuto gli onori della cronaca rispetto a questo boccaccesco evento (che, nell'Italia bigottona e moralistoide ha scandalizzato ancora le piccole menti scadenti e benpensanti). Meno clangore ma, a mio avviso, per un male una corruzione molto più profondo, sottile, diffusa.
A cena, ieri, ne ho parlato anche con UnBipedinone.

mercoledì 4 novembre 2015

Guillermo e Mariela

Nelle ultime settimane avevo fatto la lunga: casa, lavoro, palestra, milonga e poi a casa. Ieri, visto l'appuntamento importante della serata, sono ritornato alle consuetudini precedenti, sacrificando la palestra: sono tornato a casa, cena, riposo per un'ora e un quarto - che fatica poi alzarsi, la sveglia ha lavorato parecchio! - e poi in milonga. Ecco, la differenza è macroscopica: dal ballare stanco e in modo grigio, impreciso a... una policromia esagerata. Arrivare in milonga (più) risposati e con una buona birra non è un dettaglio. Il tango rimane impegnativo per essere affrontato in condizioni psicofisiche così così: ieri ne parlavo e... non è affatto una percezione solo mia. Riconfermato, ancora una volta, il suo essere amante dispotico e possessivo.

La Milonga Sì si è trasferita ora in un luogo nuovo (la sede tradizionale rimane comunque la mia preferita con quel parquet nero soffice, che ti sospendeva in area, con i chiari-scuri caravaggeschi). La sede nuova ha... l'inconfondibile stile di contrasti tra tradizione e contemporaneità che caratterizza le proposte di Flora e che io adoro. Il martedì non riesco a seguire i laboratori e quindi non ho seguito, purtroppo, le tre ore di lavoro tenute da Guillermo Barrionuevo e Mariela Sametband.  Mi sono potuto godere solo la loro superlativa esibizione. Ecco, da grande io vorrei diventare... così. :)
Un tango salon ricco, che va oltre, prima soave e  fluido e poi nel cubismo, con molte citazioni di tango primordiali, spumeggiante, con ironia, connessione, saper scherzare, creatività, interpretazione, tradizione e innovazione. Sorridevo, ridevo per l'ironia e la malizia, cercavo di essere spugna, anche solo con gli occhi, di quel tango ideale. Ora aggiungo che... ecco, pensavo che quello è il tango non d'amore ma ... dell'innamoramento.
La sesta arte, l'arte relazionale, definizione benedettiana che a me_mi garba un casino, trova degna rappresentazione qui.


martedì 3 novembre 2015

Immacolata...

Ieri leggevo da Magnolia alcune considerazioni sull'incoerenza nell'eros. L'eros è quanto di più incoerente esista. Ieri, ancora, leggiucchiavo qualcosa e poi vedevo le foto dei protagonisti di una delle lotte intestine al vaticancro.
Ecco, con una così io non potrei mai stare. Ho avuto contatti con alcune tanghere cattoliche praticanti (_nia, _ela la garbata, etc.) e la repulsione è diventata velocemente molto forte, un misto di disprezzo intellettuale e di rabbrividire per usi, costumi e credenze privi di senso.
Ecco, però 'sta Francesca Immacolata - già il nome è una istigazione! - e la sua esplosiva miscela di perbenismo cattocattolico e di bon-ton e una certa piacevolezza, mi fanno andare fuori di melone.
Una così mi ispira i più lubrichi pensieri. La mia sensazione fantasia è una donna così sia lussuriosa oltre ogni limite, una artista del piacere sessuale più sfrenato. Me la chiaverei persino sulle scale. Purché stia zitta, non diffonda l'inquinamento.



lunedì 2 novembre 2015

M.te Acuto - Libro Aperto - 3

(M.te Acuto - Libro Aperto - 2)

La domenica era stata una giornata di velature, nuvole alte e più o meno sottili. Non più il cielo blu, non più il sole, non più i colori sgargianti di sabato: sembrava quasi che la dinamica della luce di una giornata autunnale si fosse organizzata su due giorni per lasciare, in questo secondo, le atmosfere un po' crepuscolari tipicamente autunnali.
La seconda metà di queste immagini sono un po' grigette, in effetti: i limiti del furbofono com macchina fotografica sono evidenti. Tutto sommato però questo rende abbastanza bene l'atmosfera dell'autunno.
Il tratto tra cima Tauffi e il Libro Aperto è stato ancor più deserto e il sentiero decisamente meno battuto: alcuni passaggi con qualche roccetta tengono lontano gran parte dei già non numerosi "appenninisti".

Il Lago Scaffaiolo alla mattina

Ancora un ceppo che segnava il confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio (o Ducato di Modena e Reggio?).
Ho lasciato la massima definizione: ingrandendo la foto è possibile vedere, sopra lo strato di inquinamento padano, le Alpi innevate (gruppo dell'Adamello?).

A pochi metri dalla vetta del Monte Spigolino

La valle dell'Abetone e sullo sfondo le Apuane.

Ecco il sentiero Italia (00) verso ovest-nord-ovest con Libro Aperto e Cimone.

Monumento ai Caduti, passo di Croce Arcana.

Colle dell'Acquamarcia.
Il termine colle per passo non è frequente da queste parti.

Cimone


Vista dalla vetta settentrionale del Libro Aperto (Monte Rotondo, la più alta delle due).
Non siamo più sullo 00 ma sul sentiero che conduce a Cimoncino e Cimone.

Qualche grado in più su questo passaggio attrezzato con qualche catena.
Eravamo rimasti in due, le donne avevano scelto di tornare a valle scendendo prima.

Pizzo dei Sassi Bianchi

Due monumentali faggi plurisecolari di alta quota.
La foto, decisamente, non rende.

Cima Tauffi dal basso, nella discesa verso Taburri.
Eravamo appena passati lassù.



La musica delle acque.


Anche queste due foto non rendono idea della grande bellezza autunnale.
Cascata lontana incastonata nella policromia autunnale.

Borghetto